venezia 13 febbraio 2011

venezia 13 febbraio 2011
VENEZIA 13 FEBBRAIO 2011 - (manifesto - su idea di Chiara Mangiarotti, realizzazione di Giulia Pitacco)

HAI FIRMATO GLI APPELLI?

Chiediamo all'Europa politiche contro stupri di guerra e violenze sulle donne 
- firma la petizione

15 settembre 2014



Chiediamo alla neo Alta Rappresentate dell'UE per gli Affari Esteri, Federica 
Mogherini, all'attuale Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso,
al futuro Presidente Jean-Claude Juncker, e a tutti i ministri per gli affari Esteri 
dell'Unione Europea di far sentire forte la loro voce e di mettere in campo 
adeguate politiche di contrasto alle spaventose violenze perpetuate 
contro le donne, in molte parti del mondo.


La brutalità e la follia dell’ISIS, le atrocità dello stupro come arma di guerra 
premeditato in Siria, le ragazze rapite in Nigeria, le donne e i bambini yazidi e 
cristiani rapiti in Iraq fino allo stupro e all'impiccagione, in India, di ragazzine 
la cui unica colpa è di essere donne, giovani e appartenenti alla casta delle 
intoccabili, mostrano in modo chiaro e inequivocabile che queste violenze non 
sono conseguenze secondarie dovute alla brutalità della guerra o della povertà  
disperazione della vita, ma una vera e sistematica forma di oppressione 
delle donne per la sopravvivenza politica del sistema.
Un sistema non generato unicamente dal cieco integralismo religioso ma 
profondamente radicato nella struttura della società e in particolare in molte 
forme di potere: è ora di riconoscerlo, dargli un nome: altro non è che una 
forma di tortura contro le donne, contro  bambine inermi costrette a subire 
perversioni violenze inaudite, un sistema per impedirne la liberazione.
Noi Cittadine e Cittadini d’Europa non possiamo stare a guardare. E’ ora di fare 
qualcosa di realmente efficace per mettere fine a questo massacro. Invitiamo 
ad aderire insieme a noa questa petizione come segno tangibile che in 
queste parole ci riconosciamo e che vogliamo che le autorità che ci 
rappresentano le pronuncino senza esitazione. Ciò che non viene nominato non 
esiste. È ora di chiamare con il giusto nome le cose.

snoq3.0 - gruppo fondatore - http://senonoraquando.ning.com

dipinto di Roberta Trucco 


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http://www.amnesty.it/nigeria-rapimento-ragazze




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Al Ministro di Grazia e Giustizia 
on. Andrea Orlando


oscuramento dei siti internet denominati “punishment”, che diffondono  e istigano la pratica della violenza sessuale
oscuramento dei siti internet denominati “punishment”, che diffondono e istigano la pratica della violenza sessuale
1.       Lanciata da

Sollecitiamo   il  Ministro di Grazia e Giustiza,  a porre la massima attenzione nella ricerca e nell’oscuramento di tali siti, promuovendo, tramite le Procure,    l’azione penale nei confronti di tutti quei soggetti che producono e divulgano,  - anche in qualità di  Internet Service Provider-  tali filmati e a richiedere  l’introduzione di un sistema di filtri per i siti web di contenuto criminale, quali quelli  che mostrino atti di  violenza contro le donne, di  pedopornografia, di sesso con animali .

 e a rappresentare  al Governo la necessità di attuare una fruttuosa cooperazione  a livello comunitario , in attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sul cybercrime, firmata a Budapest il 23 novembre 2001, ratificata con  Legge 18.03.2008 n° 48 , G.U. 04.04.2008  (in GU n. 80 del 4-4-2008 - Suppl. Ordinario n. 79), per la promozione di una politica comune, intesa ad assicurare adeguata prevenzione ed a  tutelare la società dai crimini informatici con sanzioni tempestive, effettive, proporzionate e dissuasive


firma la petizione


http://www.change.org/it/petizioni/ministro-della-giustizia-on-andrea-orlando-oscuramento-dei-siti-internet-denominati-punishment-che-diffondono-e-istigano-la-pratica-della-violenza-sessuale




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AL GOVERNO E AL PARLAMENTO ITALIANO:



Subito gli stati generali


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https://www.change.org/petitions/al-governo-e-al-parlamento-italiano-subito-gli-stati-generali-contro-la-violenza?utm_campaign=friend_inviter_chat&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&utm_term=permissions_dialog_false

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AIUTIAMO MALALA A REALIZZARE IL SUO SOGNO

Care amiche


Malala, 14, ha ricevuto diversi colpi dai Talebani per il suo impegno per l'educazione delle ragazze. È tra la vita e la morte, ma siamo in grado di aiutarlo a realizzare il suo sogno, spingendo la sua Governo di rendere i fondi necessari per la formazione di tutte le ragazze pakistane Clicca qui sotto per dare una possibilità alla formazione delle ragazze.: 


Firma la petizione
Malala ha dedicato la sua infanzia a difendere l'istruzione delle ragazze come lei in Pakistan. Poi si sdraia su un letto d'ospedale, vittima tragica di talebani armati, possiamo aiutarvi a realizzare il suo sogno. 

Parti del Pakistan hanno già avviato programmi di successo che compensano le famiglie che inviano le loro figlie a scuola. Ma in provincia di Malala, le autorità stanno trascinando i piedi. Politici influenti suggerito aiutare Malala, e se agiamo rapidamente, possiamo spingerli a impegnarsi per estendere questo programma per tutte le province del paese. 

Prima di ricadere l'attenzione dei media, alzare la voce per il governo si impegna i finanziamenti necessari per la formazione di tutte le ragazze pakistane vecchi abbastanza per andare a scuola. In pochi giorni, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per l'Educazione incontrerà il presidente pakistano Zardari e se raccogliamo 1 milione di firme che può contare al suo arrivo, ha un argomento forte. Iscriviti e distribuire questa e-mail al sogno di Malala: 

http://www.avaaz.org/fr/l_espoir_de_malala/?bHsqZcb&v=18807 

Malala ha attirato l'attenzione del mondo sul regno del terrore talebano quando ha iniziato a nutrire un blog per la BBC Urdu. Le sue colonne dipingere un romanzo conseguenze drammatiche di estremismo sulla vita del popolo pakistano, che si riflette, in particolare, con la distruzione di centinaia di scuole femminili e il bullismo di migliaia di famiglie. 

La Costituzione del Pakistan prevede inequivocabilmente che le ragazze devono essere educati con i ragazzi, e il governo ha le risorse per raggiungere questo obiettivo. Ma i politici hanno ignorato i loro obblighi per anni sotto l'influenza di gruppi estremisti religiosi, solo il 29% di ragazze frequentano la scuola. Eppure studi venuto a mostrare che l'educazione delle ragazze ha un impatto significativo sul reddito delle famiglie e dello Stato. 

Trasformare lo shock e l'orrore degli attacchi talebani su una giovane ragazza in un'ondata di pressione internazionale, costringendo il Pakistan di prendere in carico l'educazione delle ragazze. Clicca qui sotto per portarvi alla causa della solidarietà e Malala sostenere un ambizioso iscrizione delle ragazze in Pakistan con le risorse e la sicurezza necessaria e sostenuta dalla volontà di combattere gli estremisti distruggendo Pakistan: 

http://www.avaaz.org/fr/l_espoir_de_malala/?bHsqZcb&v=18807 

Uniamoci in solidarietà con l'attivista coraggioso giovane, che si mostra al mondo in grado di sopportare gli estremisti studentessa armato e pericoloso. 

Pieno di speranza e determinazione, 

Emma Alaphia, Alex, Ricken, Ari, Michelle, Wissam, e qualsiasi squadra Rewan Avaaz 


PER MAGGIORI INFORMAZIONI 

Vittima dei talebani, che riescono a Malala risveglio Pakistan? (Blog, Le Figaro) 
http://blog.lefigaro.fr/inde/2012/10/malala-yousafzai-la-jeune-paki.html 

Malala Yousufzai: La strada di indegno Karachi (relazione di Alba in Mail International): 
http://www.courrierinternational.com/article/2012/10/12/malala-yousufzai-la-rue-de-karachi-s-indigne 

La battaglia è nostra Malala (Gordon Brown nel Huffington Post): 
http://www.huffingtonpost.fr/gordon-brown/malala-ecole-taliban_b_1960257.html?utm_hp_ref=international 

Malala Yousafzai: Perché un adolescente pro-educazione è il peggior incubo dei talebani (Slate) 
http://www.slate.fr/lien/63189/manifestations-pakistan-tentative-meurtre-malala-yousafzai-talibans 

Perché l'uguaglianza di genere in materia di istruzione di base in Pakistan? (Relazione dell'UNESCO, in lingua inglese): 
http://unesco.org.pk/education/documents/publications/Why%20Gender%20Equality%20in%20Basic%20Education%20in%20Pakistan.pdf

Perché io sono una ragazza (Stato di ragazze in tutto il mondo 2012, PLAN): 
http://plan-international.org/girls/pdfs/2012-report/La-situation-des-filles-dans-le-monde-2012-Apprendre-pour-la-vie.pdf 


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FREE PUSSY RIOT




Ecco cosa è successo: nel marzo 2012 tre giovani donne, componenti della band punk Pussy Riot, sono state arrestate per aver partecipato ad una protesta all’interno della Cattedrale della Chiesa Ortodossa a Mosca, durante la quale avevano cantato una canzone che criticava il presidente russo Vladimir Putin. 

SONO STATE CONDANNATE A DUE ANNI
firma la petizione




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*   Mai più complici  


Cinquantaquattro.

L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà.
E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.

Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.
Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne
Il Comitato Promotore SNOQ è composto da: Elisabetta Addis, Roberta Agostini, Antonella Anselmo, Cristina Biasini, Alessandra Bocchetti, Annapaola Briganti, Francesca Caferri, Patrizia Cafiero, Anna Carabetta, Rita Cavallari, Carlotta Cerquetti, Cristina Comencini, Francesca Comencini, Licia Conte, Silvia Costa, Antonella Crescenzi, Elisa Davoglio, Ilenia de Bernardis, Cecilia D’Elia, Nicoletta Dentico, Sara De Simone, Titti Di Salvo, Emma Fattorini, Valeria Fedeli, Donatella Ferrante, Alessandra Ferrando, Maddalena Fragnito, Fabrizia Giuliani, Mariella Gramaglia, Cinzia Guido, Francesca Izzo, Francesca Leone, Eva Macali, Perla Moriggi, Fabiana Pampanini, Renata Pepicelli, Flavia Perina, Marinella Perroni, Donatina Persichetti, Fabiana Pierbattista, Ilaria Ravarino, Lidia Ravera, Annamaria Riviello, Simonetta Robiony, Sofia Sabatino, Linda Laura Sabbadini, Serena Sapegno, Lunetta Savino, Giorgia Serughetti, Viviana Simonelli, Loredana Taddei, Sara Ventroni, Annalisa Rosselli.

PER ADERIRE http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N24060
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*  No al carcere per la contraccezione
Care amiche/i, 


Il Congresso dell’Honduras sta per votare un progetto di legge che prevede il carcere per le donne che abbiano assunto la pillola del giorno dopo, anche se vittime di violenza sessuale. Il Presidente del Congresso è il solo in grado di impedirlo: il suo interesse a tutelare la propria immagine internazionale e il futuro della sua carriera politica possono indurlo a bloccare questo attacco alle donne a fronte a una mobilitazione di massa. Clicca qui per firmare la petizione: 


Firma la
                                petizione
L’Honduras è a un passo dall’approvare una legge che condannerebbe al carcere chiunque abbia assunto la pillola del giorno dopo, anche se in seguito a uno stupro. Possiamo unire le nostre voci per bloccare questa legge e garantire alle donne il diritto di evitare una gravidanza indesiderata.

Alcuni membri del Congresso sono contrari a questa legge che prevede il carcere anche per i medici che prescrivono la pillola e per chiunque la venda, ma si piegano alla potente lobby religiosa che definisce erroneamente “abortiva” la pillola del giorno dopo. Solo il capo del Congresso, interessato a difendere la propria reputazione all’estero in vista della corsa alla presidenza, può fermare questo abominio. Se faremo pressione su di lui ora potremo chiudere per sempre questa legge reazionaria in un cassetto.

Il voto è imminente: dimostriamo all’Honduras che il mondo non starà a guardare mentre le donne rischiano il carcere per evitare una gravidanza anche dopo una violenza sessuale. Firma la petizione urgente che chiede al Presidente del Congresso dell’Honduras di difendere i diritti delle donne. Avaaz sosterrà gruppi di donne locali per consegnare personalmente il nostro grido di protesta:

http://www.avaaz.org/it/no_prison_for_contraception_global/?vl 

Con speranza e determinazione,

Alex, Laura, Dalia, Alice, Emma, Maria Paz, David e tutto il team di Avaaz

Maggiori informazioni: 


Honduras: carcere per chi prende la pillola del giorno dopo (Pangea news)
http://pangeanews.net/politica/honduras-carcere-per-chi-prende-la-pillola-del-giorno-dopo/

 *APPELLO PREMIO NOBEL PER LA PACE 2011 ALLA DONNA AFRICANA














L'Africa cammina con i piedi delle donne. Abituate da sempre a fare i conti con la quotidianità della vita e con la sfida della sopravvivenza, ogni giorno centinaia di migliaia di donne africane percorrono le strade del continente alla ricerca di una pace durevole e di una vita dignitosa
FIRMA L'APPELLO http://www.noppaw.org/
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* FIRMA LA PETIZIONE PUBBLICA- RIMETTIAMO AL MONDO L'ITALIA:   LE DIMISSIONI IN BIANCO



C'era una volta una legge. Ora, naturalmente, non c'è più.
La legge 188 del 17 ottobre 2007 era nata per impedire la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco, un vero e proprio abuso di potere compiuto nei confronti di lavoratrici e lavoratori.
Cos'è la dimissione in bianco? E' una lettera di dimissioni volontarie, senza data, che il datore di lavoro può far firmare al lavoratore al momento dell'assunzione.


FIRMA L'APPELLO http://www.petizionepubblica.it/?pi=SNOQ11ERAf

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